Ma che "ebola" dici?
Prima le Torri Gemelle, poi lo tsunami. Ed ancora il vulcano in Islanda, oggi l'ebola... Ogni anno purtroppo nel mondo succede qualcosa che frena la voglia e l'entusiasmo dei viaggiatori. Ma diciamoci la verità, alcune volte non ci vietiamo noi stessi delle possibilità solo per una remota paura?
Sono d'accordo, questi fatti fanno spavento, riempiono di timore. Sono però davvero penalizzanti a livello turistico? Solo se generalizziamo, allora il mondo ci sembra ostile.
Al giorno d'oggi i media trasmettono notizie a volte incerte, a volte troppo allarmistiche. L'ebola c'è, si sa, ma è davvero così preoccupante da farci stare in casa e non goderci più le bellezze del mondo? Le informazioni sono sempre poco approfondite e spesso e volentieri ci si sofferma solo al trafiletto riassuntivo. Stando a quello, ogni parte del nostro bellissimo pianeta sarebbe a rischio.
La zona dove il contagio dell'ebola è diffuso è davvero circoscritta e molte zone sono talmente lontane da non destare alcun genere di preoccupazione. Purtroppo la percezione diffusa è che l'ebola sia in Africa, in tutta l'Africa, ma questa è un continente enorme e quindi non è possibile, tantomeno onesto, includere tutti gli Stati in questo allarme che sta terrorizzando chiunque.
Liberia, Sierra Leone e Guinea sono le zone a rischio. Paradossalmente questi Stati sono più vicini all'Europa che ad alcune zone africane come Kenya o Tanzania. La geografia non inganna, basta guardare una cartina per rendersene conto. Addirittura, oggi, le frontiere sono super blindate e il livello di allerta è altissimo.
I social network e la televisione, purtroppo, trasmettono solo una parte di quello che realmente l'ebola al giorno d'oggi rappresenta, tanto da far passare pure l'Egitto come Stato a rischio. Di questo io sono molto amareggiata, da amante del mondo del turismo. E' vero, ci sono stati casi sospetti in Italia, in Europa, in America... Ma sono solo casi e tali devono rimanere.
L'ebola è sicuramente una malattia terribile, devastante, ma di difficile trasmissione. I protocolli di sicurezza sono stati attivati in tutto il mondo e hanno permesso di circoscrivere l'epidemia; non è certo questo che deve fermare la voglia di scoprire e vedere il bello della Terra.
Eppure due italiani su cinque rinunciano a viaggi in aereo per questo male, ancora di più delle persone che giustamente rinunciano per fattori economici. Fa quasi meno paura la situazione di disordine mondiale e questo, direi, è incredibile.
Kenya? Safari e spiagge bianche, mare cristallino, gente disponibile e cordiale. Tanzania? Safari anche qui, immersi in una savana da togliere il fiato con soggiorni sull'isola di Zanzibar. Sudafrica? Natura, splendidi panorami, città a dir poco meravigliose, safari con guide esperte e tanto buon vino. Qui solo degli esempi. Davvero si può rinunciare a tutto questo senza che ci sia alcun rischio di malattia in queste zone? Direi di no!